Mi piace immaginare
un’immensa distesa di ciclamini,
intrecciate vie galattiche
e silenzi prorompenti
in cui celare le nostre membra
stanche e indifese.
Ho inseguito stelle
nella prateria
svanite nello sconfinato
e primordiale Universo,
ho spigolato brividi
e sprezzanti parole.
E’ sceso il freddo,
si è intorpidito il cielo,
il vento si è aggrovigliato,
il cuore indomito
si è arreso al bisbiglio
smozzicato dell’inesorabile.