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Filippo abitava con i genitori Leonardo e Maya in una masseria immersa nel parco dell’Alta Murgia, una casa costruita dal suo bisnonno. Nei trulli adiacenti abitavano nonna Enza e nonno Filippo.  Nella casetta poco lontana abitava nonna Addolorata, l’arzilla bisnonna del piccolo Filippo.

Durante l’estate tutta la famiglia si riuniva per la cena sotto due querce secolari che coprivano con le chiome un largo spiazzo tra le case. Filippo aspettava con ansia che diventasse buio per osservare incantato il cielo stellato; durante le lezioni di geografia, la maestra aveva parlato delle costellazioni, della stella polare, dell’Orsa Maggiore e di quella Minore. La bisnonna, poi, raccontava tante storie e Filippo l’ascoltava estasiato, lasciando che la mente immaginasse mondi lontani popolati da esseri alati.

Un giorno la bisnonna gli regalò una copertina di lana:

- Conservala con cura – gli disse - perché è magica.

Il bambino strinse a sé la coperta e abbracciò la bisnonna. Non si separava mai dalla copertina. La sera, seduto su uno sgabello, se ne copriva le ginocchia o le spalle e osservava il firmamento.

Una sera, mentre se ne stava lì a fantasticare, vide comparire nel cielo una nuvola luminosa che non aveva mai visto. Inutilmente aguzzò la vista per vedere meglio, cercando di capire che cosa si celasse dietro quella strana nuvola: avrebbe chiesto aiuto alla copertina magica. La coperta sembrò avesse letto nei suoi pensieri, perché cominciò a sollevarsi e a volteggiare nel cielo, fino a raggiungere la nuvola misteriosa.

Subito dopo un oggetto luminoso si posò a pochi metri da lui. Era una navicella spaziale e a bordo c’era bambino piccolo piccolo, ma perfetto in tutto, con una foresta di capelli riccioluti di uno strano colore viola: certamente un extraterrestre.   

Filippo gli si avvicinò e timidamente gli disse:

- Ciao, come ti chiami?

- Mi chiamo Robyn

Passarono pochi minuti di smarrimento, poi Filippo, seguito dal nuovo amico, si diresse verso la masseria pensando, tra sé e sé a come i genitori avrebbero accolto questo essere così diverso.

Erano giunti nel cortile e Jack, il vecchio Labrador, corse loro incontro scodinzolando felice. I genitori li guardarono sorpresi e pur non capendo cosa stesse succedendo accolsero con gioia l’inatteso ospite.

Nella stanza di Filippo fu aggiunto un lettino e i due amici rimasero soli. Ne avevano cose da raccontarsi! Da quel giorno presero a giocare sui prati e nei boschi della Murgia e Robyn imparò a conoscere le piante e a gustare i prodotti della dieta mediterranea: il pane, la pasta, i legumi, la frutta e la verdura.

Robyn raccontava a Filippo quello che faceva nel posto in cui abitava; raccontava di una stella lontana dove lui andava a   scuola; suo padre e sua madre erano anch’essi extraterrestri e lavoravano proprio come gli abitanti della terra. Aggiunse che gli extraterrestri sono amici dei bambini, conoscono bene il pianeta terra, perché lo osservano grazie a potenti telescopi.

I giorni trascorsero veloci e tra racconti e giochi giunse il giorno della partenza. Robyn ringraziò per l’ospitalità e invitò Filippo   a partire con lui per poter conoscere quell’altra realtà.

Filippo accettò felice, ma i genitori non lo avrebbero lasciato partire così, per zone lontane e sconosciute. Filippo insistette e insistette, ma solo Robyn riuscì a convincerli che il viaggio non aveva niente di pericoloso, tant’è vero che anche lui, pur essendo così piccolo, era stato lasciato partire per la terra tutto solo. Dopo mille raccomandazioni, i genitori di Filippo acconsentirono alla partenza. Robyn preparò una mappa per tracciare il percorso della navicella, ma si accorse che nel cielo mancavano molte stelle.

- Dici che mancano le stelle - gli chiese Filippo - Dove sono andate a finire?

- Sicuramente è colpa del Gigante Ruba Stelle! È un essere avido e prepotente, abita su un pianeta che si chiama Pianeta degli egoisti, vive da solo e pensa solo a se stesso. Vuole che il mondo sprofondi nella più totale oscurità e sta rendendo egoisti e avidi di ricchezza gli abitanti della galassia.

Il Gigante, infatti, aveva elaborato un piano malvagio perché voleva essere il padrone incontrastato del mondo. Per questo, catturava le stelle e le metteva in un grande sacco. Il mondo stava lentamente sprofondando nel buio più nero, e tutti gli abitanti della galassia stavano imparando a odiarsi a vicenda.

I due amici decisero di porre fine a tutto questo ed escogitarono un piano. Filippo chiese aiuto a tutti i bambini della terra e Robyn a tutti i piccoli extraterrestri e tutti insieme partirono alla riscossa per combattere il Gigante ruba stelle.

Robyn, con le conoscenze tecniche che possedeva, inviò messaggi che, viaggiando più veloci della luce, raggiunsero i bambini sulla terra e gli extra terrestri nella galassia.

Ma il gigante era un terribile avversario, con un solo pugno poteva distruggere tutti, bisognava intervenire con astuzia. Pensarono di offrirgli un grosso tesoro, pietre preziose, oro, argento. Tutti collaborarono a questo piano d’azione e il grosso sacco fu pronto per essere donato al prepotente.     Quando il gigante vide tutte quelle ricchezze, con avidità abbracciò il grosso bottino, pregustando ciò che ne avrebbe tratto e lasciò incustodito il sacco pieno di stelle. Filippo e Robyn furono lesti a bucare il sacco e come per magia ne uscirono le stelle che tuttavia, a furia di stare rinchiuse, avevano perso un po’ del loro splendore.

I piccoli extraterrestri allora soffiarono sulle stelle e, ognuna di esse tornò al proprio posto. Non solo, ma appena incastonate nella immensa volta del cielo, ripresero la loro luminosità.

Il Gigante provò a riprendersele ma le stelle brillavano ormai così tanto che la loro luce abbagliò i suoi occhi, accecandolo.

- Aiuto, aiuto! – urlò con quanto fiato aveva in gola – Non vedo più nulla, aiutatemi!

Ma nessuno lo ascoltava. Il gigante era disperato:

- Aiutatemi - ripetè - Vi prometto che se mi fate tornare la vista diventerò buono.

- Lo prometti? - gli chiesero Filippo e Robyn

- Lo giuro, lo giuro. Non ruberò più le stelle. Non cercherò mai più di diventare il padrone del mondo.

Robyn e Filippo si guardarono negli occhi: loro non erano oculisti, come avrebbero fatto a restituire la vista al gigante? Fu allora che Robyn si ricordò della copertina di lana speciale, regalo della bisnonna. Corse nella navicella spaziale, la prese e con quella avvolse la testa del gigante. Quando la tolse… Oh, magia! Gli occhi del gigante si riempirono di lacrime per l’emozione e ripresero a vedere!

Egli mantenne la promessa e da quel giorno si chiamò Gigante Aiutastelle.  

Nella grande masseria tutti furono felici. L’amicizia tra tutti i bambini aveva salvato il mondo, l’unione e l’amore rendono invincibili e tutti avevano compreso che il tesoro più grande si conquista solo quando il bene vince sul male!