Di là dalle nubi,
due galassie pulsanti
sfuggivano al Magellano.
Nel caloroso intimo
del buio scintillante,
si sfiorarono
con un braccio,
quasi senza volere:
eccoci! Balenò
una scarica
violacea
di silenzî reboanti.
S’accende,
in un battito
di ciglia,
la vita, su quel
ramingo pianeta:
i giorni grevi
allora,
ora
nulla piú
che polvere cosmica,
feconda di moti
senza tempo.
Non una collisione
tradí il pensier tuo
— ahi me! —
giammai privato
di sé.
Ma uno strascico
di faville sfilacciate
— candore onirico —
volteggiando,
si dipanò
melancolico
dall’imbroglio.
Pendenti sul morbido orizzonte
delle mie velleità,
commuovono flussi novelli
verso un abisso
di potenziale
mancato;
lo stesso che s’annida
nella pupilla
sinistra
del tuo occhio
tristemente
socchiuso.
E spiraleggiammo d’incanto,
sospesi nel vuoto,
a braccetto
di sentimenti rossastri;
accordati ad un fulcro
scentrato di gravità.
Le ruote del firmamento
sï erano sciolte:
ne scòrsi incredulo
il corso mellifluo, ma chissà…
Fugace sfileggiò
il velo di Maia.
Cosí folleggio, impaniato
in un duolo arcano;
tuttora oblioso
del basso continuo
costellante ogni attimo.
Desidero l’equilibrio,
in punta di piedi,
ma lo spirito di gravità
s’arrende dinnanzi
al rossore
dei tramonti arretrati,
ove spira l’amore.
Biancalani Enrico, Prato (Po) - SCONQUASSO COSMICO
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- Categoria: Poeti tra le stelle VII edizione
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