Ogni volta che guardo il cielo,
Bayuma, penso a quella notte,
nel cortile di casa tua, in cima alla collina.
Facevamo l’amore, come fossimo in un altro mondo.
Nudi, davanti a tutti e a nessuno, sotto un cielo di cristallo,
protetti solo da schermi di paglia
e dal sonno della tua famiglia.
La luna piena dei tropici inondava la notte stellata,
in una città devastata da scontri fratricidi.
Le esplosioni inondavano la città,
come fuochi artificiali d’una festa.
Il tuo peso sul mio corpo, un anelito di passione,
dea mandinga d’un amore
vissuto nel cuore d’una notte.
Mi manca la tua presenza, mi mancano i giorni
della mia vita trascorsa in Africa.
La stessa luna, le stesse stelle
mi osservano in questa notte, dal mio cielo,
e mi suggeriscono che stanno
osservando anche te, dallo stesso cielo.
Una segreta speranza mi dice che laggiù,
al di là del Tropico, tu mi aspetti ancora,
dietro una persiana di legno di sandalo,
nell’intenso aroma dell’incenso.
Mi accoglierai con un cenno di saluto,
come se fossi andato da poco al mercato.
Come un familiare, del quale conosci il ritmo,
l’odore, la forma delle spalle quando va
e il suono del passo al suo ritorno.