Cielo notturno,
mi perdo in te, e non in altro;
vestito di Poesia, sembri essere pari al Paradiso:
illudi chiunque desideri tu.
Padre di stelle e di galassie lontane,
inebria il tuo sapore di sangue e piaceri:
La pena mia sotto il tuo giogo per sempre.
Canto di sirene le luci tue:
hanno riconosciuto il nostro profumo in terre lontane -
Fuggivamo martiri dall'Aurora divina.
Nuova luna: un nuovo ricordo;
quando smetterai di trafiggere ogni angolo della mia forza, tu? -
Inutile domandarlo a chi non è restato mai un po' di più.
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Liceo Classico A. Diaz, Ottaviano (Na); classe IV