Riascolto, spesse volte,
la lunga lista di echi azzurri
racchiusa in quello strano spazio
di pause e cielo in cui mi riperdo
e separo i miei giudizi
da quel tuo smanioso cruccio,
tante volte esposto capolino
dal burrato delle intenzioni perfette.
Ho gettato ancora i miei occhi
tra una manciata di stelle,
le più vivaci in cielo,
gli schiamazzi eterni dei bambini:
le costellazioni.
Tra una guancia di luna
e una macchia scura di cielo,
cammino col cuore tra i tralci
fioriti di una volta celeste,
briosa, come la campagna
disegna il tempo che ritorna in primavera.
Finalmente ammicchi e ti avvicini
tra capriole di luna splendente e tersa,
con tanti crateri e increspature,
che quando è buio rinsalda.