Pallida luna tra i rami ti scorgo
e chiedo responso alla tua luce
sapendo che scruti, pensosa,
le finite cupidigie dell'uomo
i cui occhi lampeggiano, biechi,
sullo scuro volto che, insaziabile,
ansima e vaneggia per averti
affondando nella melma del pozzo.
Così, sul tempo infermo e blasfemo,
specchierai ancora i tuoi occhi velati.
Sui muri cadenti sbiadirà la storia,
si sfalderanno le secolari pietre
all'assordante sole cruento,
sotto le sferzate del vento impavido
e schiaffi improvvisi di pioggia,
all'implacabile eco del vocio infame
di genti che dibattono e perdono
la voglia di vivere e sognare.
Così, sul mondo che arranca
ti affaccerai ancora, pallida luna.