Siamo pianeti. Siamo corpi celesti che danzano solitari lungo la propria orbita, in un incedere eternamente uguale intorno ad una stella che armoniosamente cerca di attirarci a sé.
Passiamo l’eternità ad osservarla, contemplarla, ammirarla, senza mai riuscire a raggiungerla, e ogni altro pianeta che ci circonda danza solitario sulle note della stessa incessante melodia.
È un continuo rincorrersi, osservarsi, senza mai potersi conoscere. Ognuno, nella più sconfinata solitudine, prosegue silenziosamente ed imperturbabile il suo percorso.
Fino a quando, eventi straordinari, non concedono a tali corpi di ritrovarsi vicendevolmente allineati, così da potersi osservare l’un l’altro. Finalmente incontrarsi. Finalmente consapevoli che non si è poi così soli lungo quell’eterno vagare.
Sono eventi centenari, rarissimi, ma accadde a Bari il 5 Maggio del 2000.
Per l’occasione il liceo aveva organizzato una visita all’osservatorio astronomico così da poter esaminare più da vicino lo straordinario evento. La professoressa ed il responsabile dell’osservatorio avevano chiesto a tutti di accomodarsi. Le luci furono spente ed iniziarono con una piccola lezione di geografia astronomica prima di procedere al piano superiore, verso il telescopio riflettore, e poter osservare i pianeti allinearsi.
“Livio vieni a sederti qui, c’è un posto!” aveva sussurrato Claudia, vedendo Livio ancora in piedi.
Livio e Claudia erano anch’essi due pianeti. Due corpi celesti che viaggiavano solitari lungo le loro orbite, inconsapevoli ancora della loro vicinanza, della reciproca presenza, della consapevolezza di non essere soli lungo quel vorticoso cammino.
Livio era originario di Roma. Si erano trasferiti a Bari a causa del lavoro del padre. Inizialmente non aveva affatto preso bene la notizia. Lasciare le proprie abitudini, le proprie amicizie, la propria vita, impacchettare bene tutto in spaziosi scatoloni e spacchettarli con cura altrove.
Nonostante ormai vivesse da 5 anni a Bari non si era ancora del tutto ambientato. I suoi voti di anno in anno non facevano che peggiorare, facendo crescere esponenzialmente anche il suo rancore e malumore.
Claudia era nata e cresciuta a Bari. Aveva perso suo padre da piccola. Non ricordava molto di quell’episodio, ricordava però il preciso momento in cui fu comunicata la notizia a sua madre: fu come se qualcuno soffiasse su una candela, per spegnerla.
Claudia trovò conforto nello studio. Studiava per ore. Affascinata, in particolar modo dall’astronomia, poteva non pensare a quello che le stava succedendo. Osservando quel cielo immenso, vedeva i suoi problemi farsi sempre più piccoli.
Studiare astronomia: fissò questo come obbiettivo al quale aggrapparsi. Studiare le stelle, poter visitare i più grandi osservatori astronomici e riuscire a vedere, lungo quella immensità, sempre più lontano, allontanandosi dalla realtà.
Durante gli anni del liceo, sia Livio che Claudia avevano con sé il loro bagaglio di solitudine, speranze e paure. Eppure, col tempo qualcosa li avvicinava ed attirava inesorabilmente. Divennero anno dopo anno inseparabili amici.
Dopo appena qualche minuto di lezione all’osservatorio, Livio fece un cenno a Claudia con la testa:
“Ti va di andare un attimo fuori?”
“Io, ecco… Vorrei ascoltare…”
“Dai sono cose che sicuramente già conosci a memoria!”
“Non proprio…”
“Dai non fare la secchiona!”
“E se ci vede la prof?”
“Ma è tutto buio… Non ci vede nessuno! Stiamo via solo pochi minuti! Torniamo in tempo per il telescopio, te lo prometto!”
Claudia sospirò, si vide attorno. Erano tutti intenti ad ascoltare le spiegazioni sul moto di rivoluzione terrestre. Si convinse.
“Va bene, andiamo.”
“Ne vuoi una?” Livio offrì a Claudia una sigaretta.
“Lo sai che non mi piace!”
Il fumo bianco proveniente dalla bocca di Livio disegnava nuvole che si disperdevano nel buio. Claudia aveva gli occhi fissi al cielo, cercava di scorgere qualcosa.
All’improvviso Livio disse:
“Lo sai che da casa mia si vede Marte?”
“Ma che cavolo dici!!!”
“Sì, te lo giuro! Verso il mese di giugno, si vede questo puntino arancione dalla finestra della mia stanza. È Marte!”
“Ahh, pensavo avessi comprato una casa sulla Luna!”
“Perché, ci saresti voluta venire?”
“Certo!”
A Livio piaceva farla ridere, farla disconnettere un attimo dai suoi pensieri e strapparle un sorriso.
“Perché sei così affascinata dal cosmo?”
“Perché ti fa capire quanto siamo piccoli dinanzi l’universo! Solo pensando al nostro sistema solare, la terra diventa una briciola se paragonata agli altri pianeti.”
“E questo ti fa stare meglio?”
“Sì, perché si ridimensionano anche tutti i problemi. Quei problemi che ti sembrano così grandi ed insormontabili diventano sciocchezze, in questa prospettiva.”
“Questa prospettiva, ci rende solo più soli.”
“Soli?”
“Sì, soli nel vagare in questo sconfinato universo.”
“Magari non molto lontano da qui, c’è uno scemo come te che si sta pensando esattamente le stesse cose!”
“Magari non molto lontano da qui, c’è una scema come te che cerca di portare i propri problemi a migliaia di anni luce di distanza, illudendosi spariscano!”
“Mi spieghi perché sei voluto uscire, Livio? Sai quanto siamo fortunati oggi a poter assistere ad un evento così raro? Non ci ricapiterà mai più…”
“Mi spaventa pensare a quello che c’è lì fuori...a tutto quello che non conosciamo…”
“Penso sia normale essere spaventati da ciò che non si conosce. Forse è proprio questo che anima il desiderio di conoscenza.”
“E poi come può concepire la tua mente il concetto di infinito? E se non è infinito cosa c’è oltre?”
“Le domande sono molte ed altrettante saranno le risposte.”
“E dopo che le avrai ottenute? Quando saranno finite le domande, a cosa sarà servito ottenere tutte queste risposte?”
“Forse… proprio a farci sentire tutti un po’ meno soli.”
Livio gettò a terra il mozzicone. Si avvicinò a Claudia e la strinse forte.
Non c’erano altre parole da dire.
Aveva solo bisogno di sentire il calore del suo corpo contro il suo, l’odore della sua pelle.
Con entrambe le mani le prese la testa, la guardò, si avvicinò al suo viso e la baciò.
Ed in quel bacio, al sapore di fumo, menta e burro cacao fu come se le loro paure, i loro pensieri, i loro sentimenti si mescolassero e fondessero.
Fu come se l’intero l’universo, i pianeti, le stelle, le galassie si fossero generati miliardi di anni fa solo per giungere a quel momento, a quell’istante. Solo per rendere possibile quel bacio.
Solo per rendere possibile quell’amore.
La luna piena, nel cielo, era come un faro che illuminava i due protagonisti sul palcoscenico buio dell’esistenza. Nella quale si erano persi, nella quale si erano ritrovati.
Per riemergere, ora, finalmente, insieme.
Era la notte del 5 maggio del 2000, sopra di loro si stava manifestando un raro evento: l’allineamento di Saturno, Giove, Marte, la Terra, la Luna, Venere, Mercurio e il Sole.
I più scettici pensavano fosse solamente un evento fisico.
Gli apocalittici, che fosse arrivata la fine del mondo.
Loro, Livio e Claudia, si erano finalmente accorti di non essere soli.