È poco più di un ragazzino. È questo che penso mentre lo guardo attraverso lo specchietto retrovisore. Ci stiamo dirigendo al mare; accanto a me c’è mia figlia, intenta a rovistare nello zainetto in cerca della lozione solare. Sono compagni di scuola e oggi ho deciso di accompagnarli in spiaggia per evitargli il viaggio della speranza sui mezzi stracolmi di gente.
“Dove andrai in vacanza? Hai già deciso?” gli chiedo gettando un occhio allo specchietto.
“In Calabria,” mi risponde guardando fuori dal finestrino.
Sorrido tra me e me, al ricordo dei miei 17 anni. Me lo immagino a bighellonare fino alle cinque di mattina, qualche mojito, qualche bella ragazza, le risate, la musica ad alto volume, i tuffi in quel mare meraviglioso che io ancora, purtroppo, conosco solo attraverso fotografie. Gli domando quanto si trattiene.
“Fino a settembre, vado dai parenti,” mi risponde. “E poi lì ho degli amici e un progetto."
"Un progetto?" I miei occhi guizzano ancora sullo specchietto per catturare la sua immagine.
"Sì. Le tartarughe. Partecipo a un progetto per la salvaguardia delle tartarughe marine."
Spalanco gli occhi piacevolmente sorpresa; niente di tutto ciò che avevo immaginato.
“Mi piacerebbe saperne di più,” ammetto. Anche mia figlia si volta, pronta ad ascoltarlo.
Si mette quasi comodo mentre ci racconta di come effettuare un recinto efficace per tutelare le uova, di come vengono aiutate ad emergere in caso di difficoltà, di quante notti ha passato a controllare che nessuno si avvicinasse con l'intento di studiare il momento migliore per rubare le piccoline, di come allontana e fa scudo coi teli chi spara una luce troppo forte al momento della schiusa.
"Perché tutti pensano che loro vadano d'istinto verso il mare,” ci spiega concitato. “In realtà vanno verso la luna."
Sono affascinata. "La luna?"
"Sì, la luna si specchia nel mare e illumina l'acqua. Se qualcuno illumina un altro punto con una luce forte, loro potrebbero andare dalla parte sbagliata."
"Attratte dalla luna. Mi sembra bellissimo," gli dico.
"Lo è. Tante notti sono rimasto da solo in spiaggia. So che loro sono lì, magari non sono ancora pronte alla schiusa, ma ci sono. Non le lascio sole."
"E cosa fai tutta la notte?" domando piano.
Si sporge un po’ e guarda il cielo scorrere attraverso il vetro. "Guardo le stelle."