Io penso l’attimo
e medito sul tempo,
ritrovarmi adolescente
a cavalcare luminarie
più veloci del mio pensiero,
Riconoscermi in un cronotopo
a intrecciare lo spazio col tempo
io nocchiere tra onde gravitazionali.
Riappaio nel lontano divenire,
avvicinandomi al primordio
di ciò che è tutto e niente,
mi aggiro in un cunicolo
spazio temporale,
e distorco il mio pensiero
dai numeri e dalle formule,
l’inizio è un primordiale statico,
l’antropica invenzione è il tempo,
io non sono più che nulla:
sono anch’io tempo che non è,
sono l’eternità di un istante;
sono tra altri solo un‘orma
sulla battima della realtà.