Non le stelle, di fulgida apparenza,
L’occhio mio, rivolto al cielo, brama
Ma il vuoto, che celando la sua essenza,
Del cosmo intesse l’invisibil trama
Non d’Orfeo, io scorgo la presenza
Nella Lira del ciel, né la sua fama
Ma in quell’oscurità, in trasparenza,
Vedo avvolta Euridice, ch’egli ama
Svelar la sua natura è ciò a cui anelo
Ma lei è fatta di materia oscura
E più provo a guardarla più mi sfugge
Per lei, così, la mente mia si strugge
Finché un’idea sottile in me matura:
L’arte dell’Universo forse è velo.